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Il primo AT1 senza esercizio di call

22 March 2019

Con una decisione senza precedenti, Santander ha annunciato che non avrebbe esercitato l’opzione sul proprio AT1 emesso in euro nel 2014, alla prima data di call!

La banca spagnola ha forse peccato in termini di previsione: a differenza della maggior parte delle altre banche, non ha rifinanziato in via anticipata le sue scadenze di debiti AT1 del 2019. Questa carenza sul piano previsionale non ha probabilmente permesso alla banca di ottenere l’assenso delle autorità di regolazione prima del riscatto: un assenso obbligatorio prima dell’esercizio di ogni call option, per assicurarsi che la capitalizzazione dell’emittente sia sufficiente e che il costo del rifinanziamento sia almeno pari al costo del debito attuale.

Il mancato esercizio del call è stato tuttavia ampiamente anticipato dal mercato, grazie alla differenza degli spread del 2018 (che rendeva l’operazione meno attraente) e a seguito delle precedenti dichiarazioni del CFO dell’istituto. L’impatto è stato quindi trascurabile sia sull’obbligazione di Santander oggetto del mancato esercizio (-1% dopo l’annuncio, poi  +0,5% nei giorni seguenti), sia sul mercato degli AT1, che è cresciuto dello 0,2%

Quali sono le conseguenze di questo annuncio? 
L’obbligazione Santander in questione, emessa nel 2014, è callable ogni 3 mesi: la prossima data di call è quindi fissata al 13/03/2019. Sebbene la banca non sia autorizzata dal Regolatore a comunicare le proprie intenzioni in merito al call, noi prevediamo che a questa scadenza l’opzione sarà esercitata: l’obbligazione ci appare infatti scontata, raffrontando i rendimenti del 12,10% (call annualizzato) e del 6,7% perpetuo (alla scadenza) e Santander ha inoltre deciso di emettere precipitosamente un nuovo bond a inizio febbraio.

L’influsso del mancato esercizio non deve essere generalizzato, estendendone la possibilità ai debiti subordinati finanziari AT1 delle altre banche: noi raccomandiamo una gestione caso per caso, in particolare sulla tematica dei call a breve, anche se consideriamo tale rischio moderato. Consigliamo di prestare particolare attenzione alle banche britanniche, le cui obbligazioni arriveranno a scadenza nel 2° semestre 2019, in piena incertezza sulla Brexit… a meno che non sia trovato prima un accordo.

In definitiva, questo evento non avrà avuto conseguenze significative, in un mercato dei debiti subordinati finanziari che continua a crescere in misura significativa dall’inizio dell’anno, sostenuto dai fondamentali solidi delle banche, dall’orientamento accomodante delle banche centrali e dal ridimensionamento di alcuni rischi politici.

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