È uno dei temi che agitano gli ambienti finanziari (ed è probabilmente solo l’inizio) ma l’apparizione quasi contemporanea di due pubblicazioni di grandi organismi francesi ci sembra significativa.
Nel momento in cui la Banca di Francia (BdF) dedicava il suo bollettino di settembre/ottobre al tema “Cambiamento climatico: quali rischi per il settore finanziario”, sempre in settembre Finance for Tomorrow (F4T) pubblicava il rapporto “Il rischio climatico nella finanza: concetti, metodi e strumenti di analisi” destinato a fornire elementi di comprensione ai player del settore, verosimilmente numerosi, interessati alla gestione finanziaria del rischio climatico.
Senza contare ovviamente due altri rapporti presentati l’estate scorsa dal GIEC sui legami fra cambiamento climatico e agricoltura, da un lato, e oceani e criosfera dall’altro, né
i molteplici annunci ed impegni lanciati dal G7 di Biarritz, dalla settimana per il clima di New York o dalla nuova Presidente della Commissione europea, con il suo Green New Deal.
I rischi climatici sono ormai chiari e si manifestano in tre forme: rischio fisico, rischio di transizione e rischio di responsabilità. Gli strumenti di analisi applicati sono invece essenzialmente di due tipi:
- Uno strumento di misura delle emissioni di CO2: l’impronta carbonio;
- Gli strumenti di valutazione dei rischi: la quota verde/quota grigia, gli indicatori di impatto finanziario, gli indicatori di allineamento alla traiettoria 2° o gli score di esposizione al rischio.
Attualmente, mentre il rischio di transizione è sempre più compreso, il rischio di responsabilità rappresenta ancora un angolo morto dei rischi climatici e il rischio fisico è spesso non percepito come una potenziale minaccia.
Ma l’elemento chiave della finanza climatica è costituito dalla capacità di far proprio ogni parametro e analisi. È essenziale che il rischio climatico sia gestito come un rischio finanziario classico e che le competenze siano internalizzate, per poter comprendere e analizzare i numeri ed affinare le metodologie. Il rischio climatico deve occupare il posto che gli compete all’interno degli organi di governance, nell’ambito della gestione di rischi classica e, naturalmente, nell’attuazione delle strategie aziendali. Non è più tempo di esercizi di comunicazione o di trattamento dei rischi da parte di esperti isolati, al di fuori del sistema di informazione degli attori finanziari. La finanza climatica deve occupare un ruolo centrale nel nostro settore.
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