La distinzione fra Società ed Impresa si è progressivamente affermata nell’Ottocento, con il rafforzamento del concetto di persona giuridica, già esistente nel diritto romano grazie alla differenziazione tra agente collettivo (universitas) e agente individuale (singuli), formulata dal giurista Ulpiano nel II sec. d.C.
In questa prospettiva, la Società è una persona giuridica che detiene il progetto di Impresa. Ma, come una persona fisica, essa non è detenuta da alcun soggetto terzo. L’Impresa è un complesso di relazioni (nexus of contracts) fra stakeholder - azionisti, creditori, dipendenti, fornitori, clienti, Stato, enti locali... - ciascuno con i propri diritti e doveri. Tale complesso di relazioni riflette un equilibrio fra posizioni e interessi contraddittori. Il ruolo della governance è utile in quanto contribuisce a creare questo equilibrio con il minimo di attriti.
La governance di un’Impresa può essere costruita sull’inclusione degli stakeholder (dipendenti, ONG, ecc.) nel consiglio di amministrazione. È il modello di network governance, adottato nelle cooperative, mutue, ecc. Uno degli esempi più compiuti di questa governance è la cooperativa basca Mondragón.
È inoltre possibile assegnare all’impresa molteplici obiettivi, attraverso il suo statuto: è il caso degli obiettivi ESG, secondo il modello delle US Benefit Corporation create nel 2010, per le quali alla ricerca del profitto si aggiunge la ricerca di un impatto positivo sulla società civile, sui dipendenti e sull’ambiente. Ispirandosi a questo modello, la legge francese “PACTE” ha previsto la creazione di imprese con una “mission”, società con un oggetto sociale esteso ai temi sociali e ambientali.
L’interesse degli stakeholder può anche fare oggetto di una quantificazione degli effetti esterni negativi, ad esempio tramite un meccanismo di mercato sul prezzo del diossido di carbonio, per tener conto dell’impatto ambientale del business. Il Premio Nobel per l’Economia attribuito quest’anno a William Nordhaus riconosce il valore dei lavori dello studioso in questo campo.
Indipendentemente dal modello scelto, le condizioni di equilibrio sono definite dal modello di condivisione dei profitti e dei rischi. L’assenza di governance conduce a squilibri che gravano sulla crescita economica a lungo termine. La distribuzione degli utili fra gli azionisti e i dipendenti è un esempio fra gli altri. Attualmente, in Francia, la redditività dei capitali propri conferiti dagli azionisti alle società quotate è di circa il 10%, pari a un premio per il rischio del 9% rispetto agli OAT a 10 anni. Il doppio rispetto a dieci anni fa, sebbene i salari aumentino molto poco e i dipendenti assumano una quota sempre più significativa del rischio imprenditoriale, attraverso la flessibilità delle condizioni di lavoro. Il risultato di questa situazione è l’emergere di distorsioni che pregiudicano il raggiungimento di un ritmo ottimale di crescita.
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