Views and Ideas

Autunno Caldo

02/10/2019

Le notizie sul clima diffuse durante questa calda estate non sono state positive. L’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) che si distingue in genere per le sue posizioni moderate, ha pubblicato due rapporti allarmanti: uno sul legame tra il cambiamento climatico e l’utilizzo del suolo e l’altro sulle condizioni degli oceani e dei ghiacciai.

L’estate 2019 è stata caratterizzata da condizioni meteo chiaramente anomale, sia in Francia (con 87 dipartimenti costretti a limitare il consumo idrico, fra cui 41 in situazione di crisi), sia all’estero, con il moltiplicarsi di incendi di dimensioni finora mai raggiunte non solo in Amazzonia ma anche in Africa, o ancora con l’uragano Dorian.

Gli impegni della COP 21 (XXI Conferenza sui cambiamenti climatici), non abbastanza ambiziosi, sono inoltre poco applicati o non rispettati dagli Stati firmatari e le cattive notizie continuano a monopolizzare i media. Basta sfogliare la stampa quotidiana, ascoltare la radio e guardare la TV... Altre fumate nere sono arrivate dal G7 di Biarritz, quando i capi politici delle grandi potenze hanno discusso gli incendi in Amazzonia e i pericoli legati alla deforestazione del polmone verde del pianeta, chiedendo al presidente Bolsonaro di reagire e proponendo il proprio aiuto.

Le (cattive) notizie sul clima sono entrate anche nel Parlamento francese, dove Valérie MassonDelmotte ha finalmente potuto presentare ai deputati l’ultimo rapporto speciale del GIEC sul clima, pubblicato in ottobre scorso, grazie a... Greta Thunberg! 

Infine, il clima è stato al centro del “Rassemblement des Entrepreneurs Français” (Runione degli imprenditori francesi), ex-Università estiva del MEDEF, la Confindustria transalpina: una presenza voluta (perché era in parte il tema dell’evento: Il/i nostro/ futuro/i) ma anche subita (perché un gruppo di studenti ha contestato la posizione delle aziende con il suo Manifesto per un Risveglio Ecologico).

La Dichiarazione per un Capitalismo degli Stakeholder della potente Business Roundtable statunitense, che propone di mettere fine all’onnipotenza degli azionisti, dimostra che l’ondata di notizie negative può spingere verso una presa di coscienza collettiva e promuovere cambiamenti nel nostro modello sociale. Cambiamenti che auspichiamo in Francia in generale e a La Française in particolare.

È per questo che continuiamo ad organizzarci per rendere ancora più visibile ed efficace il nostro impegno, in particolare con la nomina di Laurent Jacquier-Laforge alla carica di Global Head of Sustainable Investing. Laurent avrà la responsabilità di rappresentare e promuovere all’interno e all’esterno dell’azienda l’impegno del Gruppo La Française in materia di investimento responsabile, per l’insieme delle nostre competenze, appoggiandosi in particolare sull’Inflection Point by La Française, il centro di ricerca extra-finanziaria del Gruppo, con sede a Londra.

La Française è pienamente cosciente della necessità di informare il pubblico: il cambiamento sarà infatti possibile solo grazie al costituirsi di una volontà comune. Per questo, al ritorno dalle vacanze, prendendo spunto dalla sua adesione ai PRI*, il Gruppo ha organizzato un importante evento dedicato all’impact investing, cui era possibile partecipare sia di persona, sia in streaming. La tavola rotonda, che poteva contare su un’introduzione di Eric Salobir, e sulla partecipazione di Valérie Masson Delmotte (IPCC), era articolata in tre temi: Grand Paris - l’impatto delle metropoli; Traiettorie per misurare la transizione; Spiegare l’impact investing. Per guardare i video di questi interventi, vi invitiamo a consultare la nostra BlueRoom.
 

 

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