Il comparto del real estate ha adottato da molti anni un atteggiamento proattivo sulle questioni di sviluppo sostenibile e ha globalmente migliorato le sue performance in termini di sostenibilità, in particolare sulle problematiche relative alle emissioni di CO2 e di gestione energetica.
È arrivato tuttavia il momento di guardare al di là delle questioni relative al clima e all’energia. L’arrivo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite e le grandi tendenze mondiali obbligano il settore a considerare con un’ottica diversa il suo approccio alla sostenibilità.
La pressione degli investitori, la riduzione dei rischi e il miglioramento della reputazione, associati ad un contesto regolamentare più severo e al bisogno di programmi di riduzione dei costi, continueranno ad influenzare le prassi CSR del settore, ma accanto a quelli esistenti emergono nuovi temi ESG che, a nostro avviso, richiederanno modelli di rating più inclusivi, flessibili e correlati agli OSS. Fra questi temi emergenti, ne abbiamo individuati alcuni che ci sembrano essenziali e che sono sistematicamente inclusi nel nostro modello di valutazione:
AMBIENTE
- Certificazioni e norme: al di là dei sistemi di valutazione ambientale degli edifici messi a punto in tutto il mondo (ne esisterebbero oltre 600, dal BREAM al LEED, all’HQE in Francia) appaiono altri tipi di certificazione che soddisfano nuove esigenze. È il caso ad esempio della norma e della certificazione WELL, strettamente legate alla salute e al benessere. Allo stesso modo, il nuovo fenomeno del community rating appare come un’ulteriore opzione e riguarda non solo gli edifici ma anche gli spazi pubblici come le piazze, i parchi e le vie.
- Domanda di energia e cambiamento climatico: con una durata di vita media compresa fra 50 e 100 anni, gli edifici di nuova costruzione proiettano le emissioni di CO2 su periodi molto lunghi. L’urbanizzazione a livello mondiale cresce a ritmi considerevoli: in Cina, ad esempio, i consumi di energia degli edifici potrebbero crescere del 40% nel corso dei prossimi 15 anni. Secondo il World Green Building Council, per cercare di rispettare l’obiettivo di +2° C, dovremo essere molto più ambiziosi e puntare a costruire, entro il 2050, edifici a zero emissioni.
- Utilizzazione dell’acqua e gestione dei rifiuti: il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sulla valorizzazione delle risorse idriche ha rivelato che, nel 2030, la domanda mondiale di acqua dolce supererà del 40% l’offerta. Il cambiamento climatico, la crescita demografica e le abitudini provocheranno carenze idriche sempre più frequenti, sia in contesto urbano che rurale. Le grandi città sono realmente a rischio di crisi idrica, in particolare Tokyo e Londra, per quanto possa sembrare sorprendente. In assenza di nuove risorse, è necessario lavorare su una migliore gestione dell’acqua: le acque reflue provenienti dalla raccolta delle acque pluviali, dalle torri di raffreddamento e dalle docce e WC potrebbero essere raccolte e trattate. Il problema dei rifiuti è altrettanto cruciale e vengono esercitate pressioni normative sempre più forti per vietare in particolare lo smaltimento dei rifiuti edili e di demolizione e migliorare il riciclaggio.
SOCIETÀ
- Salute e benessere degli occupanti: per essere competitivi rispetto ad edifici tecnologicamente all’avanguardia, è essenziale soddisfare non solo le esigenze degli occupanti, ma anche quelle dei datori di lavoro. Le aziende che operano in settori con carenza di manodopera qualificata possono attrarre i talenti anche grazie a luoghi di lavoro ispiranti.
- Urbanistica e resilienza: negli ultimi anni, con il cambiamento climatico, il numero di fenomeni meteorologici estremi è considerevolmente aumentato e continuerà a crescere. Ciò implica una attenzione prioritaria a un fattore come la resilienza nelle fasi di progettazione e costruzione degli edifici. Le città devono prepararsi meglio ad affrontare tali rischi e diventare più resilienti in tutti gli aspetti del paesaggio urbano: fisicamente, economicamente e socialmente. Su un mercato residenziale sempre più concorrenziale, assistiamo a una vera “corsa agli
armamenti” per offrire più comfort e servizi. Le palestre sofisticate e gli accessi ai rooftop sono sempre più frequenti, i complessi residenziali dispongono ora di sale cinematografiche, di giardini comuni e di accesso a spazi di coworking.
GOVERNANCE
- Gestione: è necessario ridefinire le regole del real estate, per includervi i servizi e le infrastrutture. Gli utilizzatori esigono anche una maggiore flessibilità, per poter rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei settori residenziale e commerciale. Una serie di novità che necessita di una più sofisticata gestione degli asset e di investimenti più massicci.
- Innovazione e tecnologia: la disruption tecnologica è un fenomeno assolutamente non trascurabile, anche se è meno presente nel mondo del real estate, rispetto ad altri settori. La gestione della propria immagine nei social network è per esempio essenziale. L’adattabilità e la reattività di fronte al nuovo equilibrio mondiale devono far parte dell’arsenale ESG di ogni azienda.
In conclusione, ci sembra che un approccio tradizionale alle questioni ESG - incentrato essenzialmente sull’energia e i problemi connessi legati al cambiamento climatico - non sarà sufficiente per comprendere e analizzare le performance future delle società di real estate e le attese in materia di immobiliare sostenibile. Gli investitori e gli analisti del settore immobiliare devono allargare i propri orizzonti ed elaborare metriche ESG che tengano conto di tutte le nuove sfide.
Il white paper integrale prodotto da La Française Forum Securities (LFFS) e Global Property Research (GPR) è consultabile online.
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