Views and Ideas

Prezzi in rialzo in un contesto ostile

25/02/2019

Netto rimbalzo delle azioni dopo una fine d’anno dolorosa! Dal punto di minimo del 24 dicembre 2018, il mercato statunitense (S&P500) registra un rialzo di quasi il 17%, mentre i mercati europei (Stoxx600 o Eurostoxx300) e i mercati emergenti crescono di circa +9%. L’indice S&P500 è ad appena il 7% dal suo punto di massimo di settembre scorso (2930,75).

Eppure, questa progressione è avvenuta in un contesto contraddittorio, se non ostile, che ha giustificato l’idea che la correzione del 4° trimestre 2018 sia stata eccessiva. Oltre il profit warning di Apple (-9,7%, il 3/1), il contesto resta in effetti severo:
i) l’economia mondiale mostra segni di rallentamento, non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti (anche se la durata dello "shutdown" dell’amministrazione statunitense ha limitato la pubblicazione di dati statistici, questa tendenza è rilevabile dai leading indicator di più recente pubblicazione);
ii) le attese di crescita degli utili delle aziende sono riviste al ribasso. Queste attese sono state approssimativamente dimezzate, passando da circa +10% a +5 % per il 2019, per l’insieme dei mercati sviluppati;
iii) i rischi politici - che si tratti dell’esito della Brexit, degli equilibri politici dell’Unione Europea alla vigilia delle elezioni o dei negoziati commerciali sino-americani - continuano a minacciare l’attività economica e gli scambi commerciali mondiali.

Come l’accelerazione del ribasso, il rimbalzo - almeno tecnico - dei mercati di questo inizio anno si è tradotto in un ritorno ad un atteggiamento conciliante della Federal Reserve e delle dichiarazioni del suo presidente Jerome Powell, che il 4 gennaio ha sottolineato la debolezza dell’inflazione e la volontà della Fed di adeguare la sua politica monetaria "con rapidità e flessibilità". Va inoltre sottolineato che il peso delle tensioni politiche era ampiamente riflesso dal calo dei prezzi di mercato e che i governi cinese e statunitense sono entrati in una fase di trattative più "costruttiva".

Osservando più da vicino le variazioni di questo inizio d’anno in Europa, rileviamo che: le materie prime e il petrolio rialzano la testa, dopo gli eccessi di fine 2018; i tassi di interesse sono in calo e permettono in particolare la buona tenuta del settore immobiliare (+10,7 %); i settori ciclici registrano un rimbalzo, che si tratti delle materie prime (+12,4%), dell’automobile (+11,6%) o dei titoli industriali (+7,7%); la distribuzione (+11,3%) rimbalza dopo il suo crollo di dicembre (-8 %) e dopo il livello rassicurante delle vendite natalizie. Viceversa, i valori difensivi sottoperformano e il settore telecom è perfino in calo di -2,4% dopo la significativa sovraperformance dei tre mesi precedenti.

L’ampiezza del rimbalzo di gennaio, che ha colto di sorpresa molti investitori, non indica una tendenza per i prossimi mesi. Conserviamo quindi la prospettiva di un mercato senza un trend dominante e volatile per tutto l’arco dell’anno. La stagione delle pubblicazioni dei risultati per l’esercizio 2018 è iniziata e anche se si rilevano performance logicamente contrastanti, le reazioni sono meno epidermiche che a fine anno, a dimostrazione del fatto che i mercati erano allora in preda a un eccesso di pessimismo, se non di panico. In questi mercati volatili e in un contesto di rallentamento economico, continuiamo a privilegiare le aree di crescita nei segmenti della tecnologia, dell’economia digitale, del consumo, come le tendenze a lungo termine legate alle mutazioni dell’economia, orientata verso l’elettrificazione, la diminuzione dell’intensità energetica e la riduzione delle emissioni di diossido di carbonio.
Contemporaneamente, limitiamo l’esposizione dei portafogli dopo questa fase di crescita, in quanto i mercati azionari potranno mancare di carburante per proseguire questa forte dinamica rialzista.

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